La previdenza sociale non basta: ecco perché è importante la previdenza integrativa…
Il sistema pensionistico pubblico in Italia è strutturato secondo il criterio della ripartizione: i contributi versati dai lavoratori vengono utilizzati per pagare coloro che sono in pensione.
A causa dell’aumento della durata media della vita le pensioni vengono pagate per un tempo maggiore, inoltre la contrattazione sta progressivamente diminuendo e con essa le entrate contributive.
Per far fronte a questo sistema negli ultimi anni sono state attuate delle riforme volte a controllare la spesa pubblica per le pensioni e all’istituzione di un sistema di previdenza complementare che affianchi quello pubblico.
Le riforme riguardano:
- L’innalzamento dei requisiti per raggiungere la pensione (età e anni di lavoro)
- Dal 2012 (DL “Salva Italia” 201/2011 poi convertito in L “Fornero” 214/2011) la pensione viene calcolata sulla base del sistema di calcolo contributivo (cioè la pensione varia in base ai contributi versati e non agli ultimi redditi)
- La pensione viene rivalutata in base all’inflazione.
Per effetto delle riforme pensionistiche le future pensioni saranno sempre più basse rispetto all’ultima retribuzione percepita (il cosiddetto “tasso di sostituzione”, cioè il rapporto percentuale tra il primo assegno di pensione e l’ultimo stipendio percepito dal lavoratore. Il tasso di sostituzione della previdenza pubblica ammonta a circa il 60/65%. Con l’aggiunta di una pensione integrativa, il tasso sale intorno all’80%, andando a ridurre il gap pensionistico. Gli effetti sul gap previdenziale sono indirettamente proporzionali alla contribuzione versata: tanto più contribuisco, tanto minore sarà il gap da colmare).
Per far fronte a questo problema alla previdenza pubblica è stata affiancata la previdenza integrativa (vedasi dlgs 252/2005 che disciplina le forme pensionistiche integrative per approfondimenti).
(Abbiamo già spiegato cos’è la previdenza integrativa nel nostro precedente articolo che potete leggere qui: https://www.linkedin.com/pulse/la-previdenza-cos%25C3%25A8-ferraro-assicura)
La previdenza integrativa, rispetto a quella pubblica, presenta una serie di VANTAGGI ulteriori.
I VANTAGGI DELLA PREVIDENZA INTEGRATIVA.
IMPIGNORABILITÀ:
Sul capitale accumulato non sono ammesse azioni esecutive da parte dei creditori.
FLESSIBILITÀ:
È possibile modificare gli importi e la periodicità dei versamenti, sospenderli e riattivarli senza alcuna penalizzazione.
Esistono alcune soluzioni che consentono, in caso di necessità, di utilizzare una parte, o addirittura, l’intero capitale accumulato (cosiddetta RITA, Rendita Integrativa Temporanea Anticipata).
TRATTAMENTO FISCALE FAVOREVOLE:
I versamenti sui prodotti previdenziali sono deducibili al reddito IRPEF fino ad un massimo di 5164,57€ all’anno. È possibile portare a deduzione anche i versamenti effettuati su familiari a carico.
I rendimenti della gestione finanziaria sono tassati con un’aliquota massima del 20% anziché del 26% (percentuale applicata alle forme di risparmio finanziario come pac e fondi comuni).
I prodotti previdenziali sono esenti dal pagamento dell’imposta di bollo.
La pensione integrativa gode di un regime fiscale agevolato: i contributi versati e dedotti (eventualmente anche il TFR, se versato) sono assoggettati a tassazione che varia dal 15 al 9%; la parte di rendita derivante invece da contributi non dedotti è completamente esente da imposte.
DIVERSE OPZIONI DI PRESTAZIONE PENSIONISTICA:
È possibile scegliere tra diverse possibilità di rendita al raggiungimento dei requisiti per il pensionamento. E si può anche scegliere di far liquidare sotto forma di capitale una parte della posizione maturata, nei limiti normativamente previsti (la prestazione può essere percepita dall’iscritto interamente sotto forma di capitale solo se la rendita derivante dalla conversione di almeno il 70% del montante finale sia inferiore al 50% dell’assegno sociale).
VANTAGGI SUCCESSORI:
In assenza di una diversa volontà dell’aderente la posizione viene attribuita agli eredi. La posizione maturata non è assoggettata a imposta di successione in quanto non entra a far parte del patrimonio ereditario. La parte imponibile è però sottoposta alla medesima tassazione prevista per le prestazioni pensionistiche come detto in precedenza (dal 15% al 9%).
Integrare con una pensione complementare è quindi molto importante ed è fondamentale farlo fin dall’inizio della prima attività lavorativa poiché un ritardo nell’avvio dei versamenti comporta una significativa riduzione dell’ammontare della pensione integrativa.