Fringe benefit e impatto sulle famiglie

Il panorama dei benefit offerti dalle aziende sta vivendo un periodo di significativa evoluzione, con un’attenzione crescente verso politiche retributive che includono sia i fringe benefit che il welfare aziendale. L’obiettivo di queste misure è duplice: migliorare il potere d’acquisto dei lavoratori e gestire in modo efficace i costi del lavoro. Tuttavia, per massimizzare i benefici e contenere i costi, è cruciale una valutazione attenta di tali politiche.

Un elemento fondamentale in questo processo è la comunicazione interna all’azienda e l’implementazione efficace delle politiche retributive. Investire nel welfare aziendale può trasformare l’azienda in un contesto più competitivo, con un team più motivato e una reputazione aziendale positiva. Tuttavia, affinché i dipendenti apprezzino appieno l’importanza del welfare per il loro benessere e quello delle loro famiglie, è essenziale una comunicazione interna efficace che coinvolga pienamente i dipendenti e valorizzi il welfare aziendale.

Aggiornamenti sui Fringe Benefit e Impatto sui Consumi

Recenti sviluppi relativi ai fringe benefit indicano un impatto significativo sui consumi degli italiani nel 2024. Un’indagine condotta da TEHA per conto di Edenred Italia ha rivelato che la correlazione tra fringe benefit e consumo determinerà una crescita dello 0,8% rispetto al 2023. Tuttavia, nonostante il potenziale dei fringe benefit, solo il 28% delle aziende coinvolte nell’indagine ha offerto tali benefici fino alla soglia massima di esenzione di 3.000 euro, mentre il 40% ha scelto di non farne uso.

Su un campione di 273 aziende, il 96% degli amministratori ha riconosciuto i buoni acquisto come acceleratori di benessere per i dipendenti. I dati confermano che tali benefici hanno incrementato i consumi delle famiglie del 3,4% rispetto al 2019. Tuttavia, l’80% delle aziende ritiene che i dipendenti dovrebbero beneficiare di soglie di esenzione uguali per tutti.

Il Dl Lavoro ha recentemente adottato misure positive riguardanti gli “extra salariali”, aumentando il limite per gli stessi da 258 a 3000 euro, focalizzando l’incremento sui lavoratori con figli. Sebbene questa politica abbia generato polemiche, soprattutto per la disparità di trattamento tra lavoratori con e senza figli, si auspica che possa contribuire a sostenere le famiglie e contrastare il declino delle nascite.

Il Ruolo dei Contratti Collettivi

Il welfare aziendale è sempre più presente nei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL), con un incremento significativo negli ultimi anni. Tuttavia, le quote di welfare previste tendono ad essere relativamente basse, evidenziando la necessità di forme più strutturate di welfare. Il welfare aziendale rappresenta una risorsa fondamentale per il benessere dei dipendenti e la competitività delle aziende. Tuttavia, è essenziale una valutazione attenta delle politiche retributive adottate per massimizzare i benefici per entrambe le parti.

Di seguito riportiamo una tabella di “Secondo welfare.it” che rappresenta il CCNL firmati da Cgil, Cisl e Uil che prevedono welfare:

Come si può osservare, il CCNL del settore metalmeccanico coinvolge oltre 1,5 milioni di dipendenti, ai quali si aggiungono i 380.000 lavoratori coperti dal CCNL di Confapi. Inoltre, il contratto dei Pubblici Esercizi, della Ristorazione Collettiva e Commerciale, nonché del Turismo coinvolge un vasto numero di lavoratori e lavoratrici, pari a quasi 600.000. Va poi menzionato il CCNL del settore turistico, che riguarda le imprese affiliate a Confesercenti, coinvolgendo circa 50.000 persone, e quello delle Imprese Assicurative, associate ad ANIA, che interessa quasi 60.000 dipendenti. Complessivamente, si tratta di quasi 2,9 milioni di persone coinvolte da tali accordi.

In conclusione, Il welfare aziendale rappresenta una risorsa fondamentale per il benessere dei dipendenti e la competitività delle aziende. Tuttavia, è essenziale una valutazione attenta delle politiche retributive adottate per massimizzare i benefici per entrambe le parti.

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